P. Fra Paolo di San Giovanni Battista OCD

Domenico Girolamo Raineri nacque il 22 ottobre 1758 in Milano da Gio. Battista Raineri e Giuseppa Perelli[1].

Vestì l’abito religioso nel 1780 presso Santa Teresa in Modena; emise la Professione nel 1781 presso Santa Teresa in Modena[2]. Sacerdote professo della Congregazione d’Italia dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi nella Provincia Lombarda[3].

Conventuale presso Sant’Imerio in Cremona nel 1797[4] e nel 1805[5]; Sottopriore e Confessore presso Sant’Imerio in Cremona nel 1797[6].

Morì il 2 marzo 1826 in Milano, entro la giurisdizione della Parrocchia di Santa Maria del Carmine a sessantasette anni di età[7].


[1] Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana – Milano (d’ora in poi ASCBT), Rubrica del Ruolo generale di popolazione della Città di Milano, 1811, vol. 18 Q-ROL, … pag. 8; Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana – Milano (d’ora in poi ASCBT), Estratti parrocchiali degli atti di morte, 1826, S. Maria del Carmine, tabella n. 17; Archivio di Stato di Milano (d’ora in poi ASMi), Amministrazione Fondo di religione, 1781 Convento Sant’Imerio dei Carmelitani Scalzi in Cremona, Ruolo degli Individui componenti il Convento di S. Imerio in Cremona.

[2] ASMi, Amministrazione Fondo di religione, 1781 Convento Sant’Imerio dei Carmelitani Scalzi in Cremona, Ruolo degli Individui componenti il Convento di S. Imerio in Cremona.

[3] Ibidem.

[4] ASMi, Amministrazione Fondo di religione, 1781 Convento Sant’Imerio dei Carmelitani Scalzi in Cremona, fasc. 3 Bilanci e stati, 1797 Stato attivo e passivo

[5] ASMi, Amministrazione Fondo di religione, 1781 Convento Sant’Imerio dei Carmelitani Scalzi in Cremona, Procura 3 marzo 1805

[6] ASMi, Amministrazione Fondo di religione, 1781 Convento Sant’Imerio dei Carmelitani Scalzi in Cremona, fasc. 3 Bilanci e stati, 1797 Stato attivo e passivo

[7] Ex Carmelitano Scalzo, residente presso la Contrada del Ciovasso n. 1639, cfr. ASCBT, Estratti parrocchiali degli atti di morte, 1826, S. Maria del Carmine, tabella n. 17. Almeno dal 1811 risiede presso i numeri civici 4890, 2225 e 1639, cfr. ASCBT, Rubrica del Ruolo generale di popolazione della Città di Milano, 1811, vol. 18 Q-ROL, .. pag. 8.

La vestizione di Suor Maria Maddalena di Gesù Crocifisso

Il 2 febbraio 1816 Angela Polli, divinamente ispirata, vestiva un particolare abito religioso e lasciava il nome da secolare che sino ad allora aveva utilizzato per assumerne, all’età di quarantotto anni, uno definitivo: Suor Maria Maddalena di Gesù Crocifisso[1].

Lo stato attuale delle ricerche sull’Istituto delle Terziarie Carmelitane di Milano non permette di precisare ulteriormente l’evento di cui, nondimeno, si possono apprezzare alcuni elementi:

  1. La vestizione di Maria Maddalena di Gesù Crocifisso non aveva una diretta relazione con il soppresso Monastero dei SS. Giuseppe e Teresa delle Carmelitane Scalze, nel senso che non si ha notizia (salvo due casi) dei trascorsi delle monache dopo l’esclaustrazione. Si può supporre, invece, un qualche ruolo di P. Fra Paolo di San Giovanni Battista (Paolo Raineri)[2], già conventuale presso il Convento di Sant’Imerio in Cremona prima del 1810 e che negli anni immediatamente successivi si sarebbe disimpegnato come penitenziere minore presso il Duomo di Milano accanto a don Antonio Abbate.
  2. La scarsa documentazione può, almeno in parte, essere interpretata come espressione del serio pericolo che incorreva chi fuoriusciva dai limiti stabiliti dalla Legge di soppressione generale del 1810.
  3. Il rito della vestizione religiosa presso i monasteri è un evento riservato alle sole monache ed alle giovani che si accingono ad entrare per sempre nel cenobio, governato da un preciso cerimoniale. La vestizione di Maria Maddalena di Gesù Crocifisso, a rigore, si configura come la professione di una terziaria in accordo al costume dell’epoca, ma non deve sfuggire che sin dal primo momento quella vestizione fosse intesa come la prima emessa da una carmelitana scalza per un nuovo monastero teresiano nel cuore dell’arcidiocesi ambrosiana. Rimane così esposto il motivo per cui risulta lecito parlare della vestizione di Maria Maddalena come il primo di una nuova Implantatio Ordinis in terra ambrosiana. 

Deduzioni a parte, rimane evidente che in un momento, un rito che dovette rimanere a lungo segreto a causa delle leggi contro la Chiesa e che sarebbe poi caduto nell’oblio, riportava sotto la forma della clandestinità il Carmelo in Milano: il piccolo fiore della perfezione secondo il modello di Teresa di Gesù cominciava a sbocciare.

 


[1] Archivum Generale Ordinis Carmelitarum Discalceatorum Romæ (d’ora in poi AGOCD), sez. A, 36 b 4, f. 35A, Lettera Antonio Abbate 30-11-1824.

[2] P. Fra Paolo di San Giovanni Battista, è, quasi certamente, Paolo Raineri, Penitenziere minore presso la Cattedrale Metropolitana in Milano e ricordato da don Antonio Abbate come suo «collega», cfr. Milano Sacro, Milano, Giacomo Agnelli, 1821, pag. 61; AGOCD, sez. A, plut. 36 b 3, f. 1, Lettera Antonio Abbate 1-5-1821.